La nostra storia
Il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Sassari, ideale prosecuzione del nucleo originario dell'Università di Sassari e della sua prestigiosa Facoltà, propone una ricca e articolata offerta formativa e si pone come punto di riferimento per le istanze di legalità e giustizia del territorio.
La nascita della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Sassari è strettamente legata alla storia del Collegio gesuitico, fondato nel 1562 grazie al lascito testamentario del sassarese Alessio Fontana, funzionario della cancelleria imperiale e maestro razionale del Regno di Sardegna, che dispose, l'alienazione dei suoi beni a favore della Compagnia di Gesù per la creazione di una istituzione di alta cultura. Tuttavia la vera e propria nascita della Facoltà risale alla carta reale del 18 ottobre 1632, con la quale il re di Spagna Filippo IV concedeva allo Studio generale sassarese, previa convenzione tra la municipalità e la Compagnia, di conferire i gradi accademici in utroque iure, medicina, oltre naturalmente filosofia e arti e teologia. I primi professori furono pertanto nominati su indicazione del comune: il sassarese Gavino Petretto titolare della cattedra di diritto canonico; Francesco Piquer professore della seconda cattedra di diritto canonico; Gavino Liperi Paliachio titolare della prima cattedra di diritto romano; Gavino Manca y Figo professore della seconda cattedra di diritto romano e infine Franceso Muscatello docente di istituzioni. Si trattava per lo più di giuristi pratici che ben presto abbandonarono la cattedra per assumere cariche nell'amministrazione giudiziaria del Regno e nelle prelature.
Tuttavia la Facoltà giuridica conobbe una progressiva decadenza, nonostante nel 1678 il vescovo di Ales, il sassarese Giovanni Battista Cugia già professore di diritto canonico alla "Sapienza ", avesse fondato cinque nuove aule e lasciato un cospicuo fondo canonistico alla biblioteca.
La riforma degli ordinamenti didattici della Facoltà giuridica sassarese risale al Regio Diploma e al Regolamento del quattro luglio del 1765, col quale, all'interno della politica innovativa del ministro Bogino, l'Ateneo sassarese veniva equiparato all'Università di Torino. I programmi dei corsi prevedevano l'introduzione dell'umanesimo giuridico, del giurisdizionalismo e delle filosofie razionaliste. Ordinamenti però ancora basati sulla dicotomia tra diritto romano e diritto canonico, che non prevedevano l'insegnamento del diritto criminale e di quello patrio. Tuttavia l'apertura alla cultura europea favorì la circolazione delle idee e la formazione di un nuovo ceto di giuristi, fra i quali si segnala soprattutto la figura di Domenico Alberto Azuni uno dei padri della scienza commercialistica.
Con la legge Casati del 1859 l'Università di Sassari venne soppressa, ma 'ripescata' grazie ad un intervento di Pasquale Stanislao Mancini che fece si che il finanziamento per l'Ateneo turritano fosse a carico del Comune e della Provincia. Una svolta nella storia della Facoltà giuridica si verificò con il cosiddetto 'pareggiamento' del 1902, grazie al quale l'ateneo venne equiparato alle università di primo livello. Insegnarono in questa fase Enrico Besta cui si deve una e vera e propria rifondazione della storiografia giuridica, l'amministrativista Carmine Soro Delitala, il romanista Flaminio Mancaleoni, l'economista Francesco Coletti, il filosofo del diritto Antonio Falchi, l'internazionalista Edoardo Cimbali e il penalista Arturo Rocco.
Anche negli anni successivi la facoltà sassarese appare strettamente legata al dibattito giuridico nazionale ed internazionale grazie soprattutto al ruolo di professori quali Lorenzo Mossa docente di diritto commerciale, Arturo Carlo Jemolo di diritto ecclesiastico, Antonio Segni di diritto processuale civile, Mario Bracci di diritto amministrativo, Francesco Antolisei e Vincenzo Manzini di diritto penale, Carlo Alberto Biggini di diritto costituzionale, Mario Enrico Viora e Antonio Era entrambi di storia del diritto italiano, Massimo Severo Giannini di diritto ammistrativo, Giuseppe Capograssi di filosofia del diritto, Sergio Costa di procedura civile. Il secondo dopoguerra è caratterizzato dall'importante figura di Antonio Pigliaru docente di dottrina dello stato. La facoltà mostrò sempre una notevole aderenza al contesto nazionale: fra i suoi docenti figurano due Presidenti della Repubblica, Antonio Segni e Francesco Cossiga, tre presidenti della Corte costituzionale (Valerio Onida, Gustavo Zagrebelsky, Ugo De Siervo) un ministro della funzione pubblica (Franco Bassanini), un ministro dell'università e della pubblica istruzione (Luigi Berlinguer).
(a cura del Prof. A. Mattone e del Dott. V. Piras)